martedì, giugno 02, 2009

UNA FARFALLA SENZA ALI

nico Età: 32 Una farfalla senza ali. E' così che mi sento in questo momento:una bella farfalla con le ali ferite che tenta di prendere il volo ma continua a barcollare in cerca di equilibrio. Ho 32 anni e da tre mesi vivo l'ennesima relazione senza senso, una relazione che non mi da niente se non rabbia, frustazione e sofferenza. Lui ha 10 anni più di me e da 10 convive con un'altra donna...già, per me lei è "l'altra"perchè io mi sento la sua "prima donna", così mento a me stessa, raccotandomi una bugia perfetta nella quale mi abbandono meravigliosamente.Lui dichiara amore immenso per me, mi riempie di bellissime parole, quando stiamo insieme mi trasmette qualcosa che si potrebbe confondere con il più grande e più bello dei sentimenti. Lui è bravissimo a gestire, mentire, nascondere....e a promettere che troverà il coraggio...che non ama più" l'altra" e che vuole me. Nella mia palestra, che offre un servizio di biblioteca, ultimamente come un segno del destino mi è capitato tra le mani il libro della Norwood che sto leggendo (l'ho quasi terminato) e che mi ha rivelato un mondo: la mia storia. Ho finalmente preso coscienza dell'origine dei miei problemi, ho capito che tutto deriva da rapporto-non rapporto con mio padre, che l'uomo del momento non è altro che la riproduzione della figura paterna contro la quale ho in corso dall'infanzia una lotta per elemosinare un po' di amore....che gli somiglia anche: è geloso, possessivo, polemico, presuntuoso come lui....questa volta però, se ho perso in passato, desidero vincere la battaglia ed investo tutte le mie energie in un'impresa che in realtà so benissimo non mi porterà a nulla. Sono riuscita anche a comprendere, nel profondo di me stessa, che il "mio" uomo, al di la di un bellissimo aspetto, non ha niente che mi possa piacere o che possa piacere in assoluto: lo vedo meschino, viscido, ipocrita, poco rispettoso, paurosamente egosita e bugiardo. Bene. Ho anche capito che quella che si è instaurata con lui è una vera e propria dipendenza, che lui per me (ed io per lui, me lo ha confessato senza sapere che penso esattamente la stessa cosa) è come una droga: benissimo quando siamo insieme, in terribile astinenza quando lui non c'è. La mia analisi però si ferma qui....capisco che non è poco essere in grado finalmente di svelare a me stessa certimeccanismi...ma poi? Come fare per uscirne? Più volte ho fatto il tentativo di difendermi da lui ma poi basta una sua parola, basta incontrarsi (sfortunavuole che siamo colleghi), che tutto torna come prima. Oggi è sabato e lui nonsi fa sentire ed io mi sento profondamente in collera con lui e con me stessa.Ho deciso di prendere in mano la mia vita, di prendermi cura di me ed in settimana prossima ho fissato un appuntamento da un terapeuta che spero mi possa aiutare. Nel frattempo ho troppo bisogno di sostegno, sapere che qualcuno mi sta leggendo e magari può condividere e capire le mie emozioni mi fa sentire meno sola. Grazie se mi vorrete stare vicine.

2 commenti:

phil ha detto...

Carissima Farfallina, anch'io vivo in una situazione simile alla tua. E' stato un vortice, una tempesta che mi sta distruggendo. Sappiamo benissimo noi che siamo in queste condizioni, che non ci sono parole, non c'è aggettivo per definire quello che stiamo vivendo, anche se per certi versi, ogni storia è frutto della propria realtà. Eravamo entrambi sposati, ma al di là di questo, eravamo sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda la complicità che avevamo. Ci amavamo, o almeno credevo che fosse questo che ci portava a ricercarci sempre. Poi circa 1 mese e mezzo fa, il suo verdetto, mi ha fatto sprofondare in un baratro senza fine. Continua a disperarmi, ora dopo ora, giorno dopo giorno, non volendo accettare la realtà delle cose. Mi ha semplicemente detto che ha bisogno di stare da sola per un pò, per vedere se quello che prova per me è ancora amore oppure se si è trasformato in semplice affetto. Ma come è possibile, non c'è un motivo, non c'è una ragione perchè possa aver maturato una sentenza simile, o per lo meno, ciò che mi ha detto è insensato. Vi racconto un pò la mia storia, perchè come dici bene anche tu, Farfallina, nella tua lettera, lo scrivere, aiuta a sfogarsi, aiuta a stare meno male.
Tutto succede circa 4 anni fa, durante una dimostrazione tecnica che tenevo per una azienda. Vederla ed innamorarmene immediatamente è stato come si dice in questi casi un colpo di fulmine. Eravamo, ripeto, entrambi sposati, senza figli. I nostri matrimoni, andavano bene, o almeno io pensavo fosse così. Ad ogni modo, ci siamo conosciuti, scritti, telefonati, ed alla fine amati, ma di un amore che non ha limiti e confini. Ho fatto un percorso in salita, da subito, perchè le ho fatto da amante per 2 anni, prioma che suo marito firmasse l'atto di separazione, avvenuta a luglio dello scorso anno. Pensavo erroneamente, dopo tanta fatica, fosse arrivato il momento della discesa, invece, mi trovo a dover affrontare una salita ancora più grande. Prima sapevo contro chi dovevo combattere, adesso, non che non c'è più nulla che la tiene legata, che non deve più sottostare a nessun dovere, a nessuna regola, a non dover dare giustificazioni a nessuno, mi trovo in balia degli eventi. Mi ha chiesto un pò di tempo per pensare, ma credo che questo, sia solamente un sistema per dirmi, senza parole, che non mi vuole più come suo compagno di vita. Lo so, non sono il primo, non sarò l'ultimo, ma il dolore che sto provando mi sta annientando, mi sta distruggendo, sto morendo dentro. Non passa giorno che non pianga o mi disperi, non mangio più, non dormo più, mi sto annullando. Non mi ha detto, come sarebbe stato meglio, che le nostre strade si dividono, mi ha rassicurato dicendomi, che non mi vuole lasciare, ma che ha bisogno di stare da sola. Potrete ben capire che in questa condizione non si vive più, tutto prende una piega diversa, e aspetto, aspetto un giorno di sentirla, oppure di leggere un suo messaggio dove mi potrebbe dire, che è stato bello finchè è durato ma non se la sente più di portare avanti il rapporto. Capisci cara Farfallina, non è facile avere la lucidità per metabolizzare, per interiorizzare la fine di una storia d'amore, dopo aver sentito queste parole. Il giorno che mi ha dato il benservito, mi ha scritto dietro un quadro, a modo mio ti ho amato e ti amo ancora, e questa frase, non la so collocare, non so se significa che prova ancora qualche cosa per me, oppure è un sistema per farmi digerire la pillola in un modo meno violento, e in ogni caso il risultato non cambia.
Vedi cara Farfallina, non ho la tua determinazione, o per lo meno, non sono ancora arrivato a digerire la cosa, mi sto logorando, il coltello è ancora nella piaga, che oramai di piaga non ha più nulla, è diventata uno squarcio insanabile a breve.
Ti auguro di riuscire a trovare la serenità e la felicità che percepisco ti meriti.
Buona vita a te e agli altri che leggeranno le nostre lettere e che ringrazio per esserci vicino.
Phil

Unknown ha detto...

Ciao a tutti e in particolare a nico e phil che sono i destinatari del mio messaggio. E' la prima volta in assoluto che scrivo e mi "espongo" attraverso internet, sono estremamente riservata, ma oggi a 33 anni e dopo un'esperienza così dolorosa come la dipendenza affettiva, spero che la mia condivisione possa far riflettere o magari aiutare chi come me ha conosciuto o sta conoscendo il "mal d'amore"...non sto qui a raccontare la mia storia perchè penso potrebbe, almeno in questo momento, non essere fonte di aiuto/interesse, volevo solo dire a nico "congratulazioni", e già, perchè l'aver chiesto aiuto ad un terapeuta è il primo grande passo, è la dimostrazione di essere persone umili e al tempo stesso coraggiose. Penso che per superare tutto ciò che provoca dolore, questo serve...anche se il dolore spesso è causato da noi stessi...il mal d'amore è stata per me una grande disfunzione, un grande disequilibrio tra ciò che davo e ciò che ricevevo...cercavo perle all'interno di un porcile, per usare una metafora...impossibile, frustrante, umiliante, assurdo, ingiusto. Oggi, finalmente, ho capito ed ho visto che l'amore è rapporto paritario, è equilibrio e gioia nello scambio reciproco di se stessi, inteso non come annullarsi, ma anzi rispettarsi, capirsi, accettarsi l'un l'altro partendo dalla persona più importante della nostra vita, cioè noi! Lo so, potrebbero sembrare le classiche frasi, sentite e risentite, e di parole ne ho sentite, ne ho dette talmente tante in questi anni che mi sembrava di impazzire...era come stare di fronte ad un bivio con una miriade di strade piccoline di fronte a me...il loro comun denominatore, poi, è stata questa domanda: "cosa ti fa stare veramente bene?",oppure "realmente, nel profondo, cosa vuoi?". Il giorno che mi sono autorizzata a farmi queste domande e a rispondermi, ho conosciuto me stessa, e lo sto facendo giorno dopo giorno. E l'amore, per me oggi, è valore aggiunto, non può e non deve togliere niente a nessuno, altrimenti non è vero amore.
Phil, rileggendo il tuo commento, mi viene in mente un'altra cosa che ho capito a caro prezzo. Nella mia dipendenza, come in tutte del resto, chiamavo ebrezza, passione, innamoramento, amore ciò che tutto era fuorchè questo e che poi ho visto essere il primo dei sintomi della dipendenza: l'ansia, la paura di non essere accettata e la rincorsa malata ad essere ciò che non ero al fine di cambiare ciò che non sarebbe mai stato, ovvero la persona che viveva con me il mio rapporto malato. Era sempre una continua valanga di emozioni adrenaliche, come se fossi su un terreno in pieno terremoto...ci costruireste mai una casa solida su un terreno così? Be, io, oggi, NO. Spesso ho chiamato amore ciò che amore non era e questo perchè non sapevo il reale significato di questa parola. Oggi ho scelto io di darle un significato ben preciso e molto molto lontano da quello che credevo.
Be' potrei stare qui a scrivere per ore, e il farlo oggi ha significato tanto per me, spero che vi abbia dato una briciola di input per farvi trovare una piccola luce che vi porti alla serenità (ne basta anche una piccola di luce ma perenne).
v.