mercoledì, gennaio 30, 2008

SONO DISPERATO

kermit1962 Età: 45 Iniziai a frequentare C. un po'di tempo fa. Essendo colleghi, quasi coetanei, ci si conosceva già da parecchi anni, c'era sicuramente 'qualcosa' di reciproco, ma le cose non erano mai andate oltre qualche gesto di affetto, in quanto io ero sposato e lei fidanzata. Poi il vento cambiò, io mi separai da mia moglie due anni fa dopo 8 anni di matrimonio e anche lei si ritrovò single. Iniziammo quindi a vederci fuori dal posto di lavoro e immediatamente la brace che covava nascosta sotto la cenere si riattizzò, e in breve tempo facemmo sesso per la prima volta. Un'esperienza magica: io non ricordavo da tempo immemorabile di essere stato così felice, questo aveva dato una notevole spinta alla mia autostima facendomi capire che anche a 45 anni suonati potevo ancora interessare ad una donna. Di lì all'innamoramento il passo fu breve: purtroppo però pareva che si trattasse di amore non corrisposto, lei 'frenava' continuamente sul futuro della nostra relazione, adducendo il motivo che sapeva riconoscere l'uomo giusto per lei a colpo d'occhio, o era amore immediato o non c'era niente da fare. Con me c'era stato sesso, va bene, ma non l'attizzamento, la 'chimica' necessaria per rapire il suo cuore. Io, conoscendo la storia affettiva di questa persona, i suoi precedenti problemi di depressione, le sue insicurezze e le sue paure, cominciai a credere che lei nascondesse dietro un invalicabile muro di cementoeretto per proteggersi, una natura dolce e sensibile che io avrei saputo portare alla luce. Questa fu l'inizio della mia rovina: lei dal canto suo tentennava, diceva di avere seri dubbi sul futuro di noi due come coppia, ma intanto, ogni tanto, si faceva sesso e comunque lei teneva la porta delle possibilità aperta. Il mio umore cominciò ad essere tremendamente altalenante: se il sesso era stato buono e lei sufficientemente affettuosa mi pareva di toccare il cielo con un dito, se lei durante un discorso mi ricordava come spesso soleva fare che non era innamorata di me, crollavo in uno stato mostruoso di depressione e malinconia. Inoltre ero diventato spasmodicamente attento ai segnali che mi mandava: trascorrevo ore intere a cercare di interpretarli, alcune volte negativamente e altre positivamente, in una girandola di speranze e frustrazioni che è difficile descrivere. Bastava una frase o una parola per scatenare una ridda tremenda di ipotesi Andammo avanti così per il primo mese, vedendoci spesso, sempre fra meeting sessuali che mi gratificavano facendomi pensare che forse stavo avendo la meglio....e altrettanto improvvisi chiarimenti di lei che diceva "quando troverò l'uomo della mia vita...." provocandomi una sofferenza psicologica acutissima.Verso la fine del mese, però, qualcosa cominciava a muoversi davvero. Lungi dall'avermi mai detto che si era innamorata di me, oltre al sesso particolarmente bello e coinvolgente comninciava ad avere atteggiamenti affettuosi e teneri, frasi tipo "non riesco a stare senza vederti fino a domani" "mi manchi tanto", che per me erano sicuro preludio al sentirmi direle due paroline tanto agognate, che ora invece so benissimo che non udrò maipronunciate dalle sue labbra. Si comincia a passare sempre più tempo in casasua, arrivando anche a dormire insieme le prime volte. Da Novembre iniziò un primo raffreddamento: lei mi contestava di 'non saperci fare', non poter essere l'uomo adatto a lei, in quanto dolce, sensibile e passionale, il contrario del tipo d'uomo macho, risoluto e decisionista che lei riteneva giusto per sè. Ovviamente io caddi in una prostrazione psicologica terribile, non riuscivo a pensare ad altro che a questo fallimento, la mia casa, solitamente ordinata, sembrava un magazzino, non m'importava più di nessuna cosa riguardante la vita di tutti i giorni, le bollette rimanevano da pagare e tutte le energie erano distolte dal resto e dedicate a lei, era diventato un chiodo fisso. Con la forza e la bontà del mio amore la convincerò che sono io la perona giusta per lei! Le cose ripresero comunque, lei dichiarò i suoi sensi di colpa per avermi trattato male e voleva convincermi che "non cambiava niente", sarebbe stato forse bene non fare più sesso, ma io riuscii comunque nell'intento di farle cambiare idea. Si riprese tutto come prima,sesso sempre soddisfacente, ogni tanto c'erano le solite discussioni, "io sto bene con te, però se incontrassi la persona che mi facesse innamorare...." e io incassavo, pensando che in caso di un\'eventualità del genere sarei statotalmente male da rischiare il suicidio. Sempre più spesso restavo da lei adormire e la assistevo nelle faccende casalinghe (facevamo la spesa insieme,andavamo per centri commerciali insieme). Avevo iniziato a comprarle regali,sempre alla mia portata, ma che per me significavano moltissimo, in quanto lirivestivo del ritorno affettivo che mi procuravano. Durante tutto questo tempo,annotavo fedelmente sul mio diario tutto quello che succedeva e le mieimpressioni, che solitamente erano abbastanza negative: non avevo maiabbastanza di lei, e tendevo sempre a stigmatizzare la sua tiepidezzasentimentale verso di me. La cosa che più mi avrebbe reso felice sarebbe statosentirmi dire che mi amava.....ma come si vedrà in seguito, era impossibile cheme lo dicesse. All'inizio di Dicembre una lite pesante ci allontanò per unpaio di giorni e io cominciai a pensare sempre più insistentemente all\'idea ditroncare la relazione, perchè razionalmente vedevo che le cose non potevanoproseguire ma non riuscivo affatto a trovare la forza morale per farlo. Lei eraanche meno affettuosa del solito, molto irascibile e acida, e bastava nulla pergenerare discussioni. Secondo lei il motivo era anche la nostra situazione, chegenerava infelicità. Anche il sesso pareva averne risentito, perchè inun\'occasione lei mi aveva accusato di poca esperienza...un'umiliazione piùunica che rara per un uomo. Io però, sempre con il mio obiettivo fisso in testaero incrollabile nella mia fiducia di potercela fare, presto o tardi. A metàmese approssimandosi Natale lei mi chiese se volevo andare a cena dai suoi lasera della vigilia. Io ero felicissimo, pensavo a questa cosa come un'ufficializzazione del nostro rapporto, ma dall\'altro lato avevo sempre isoliti segnali di disinteresse affettivo. Le feste trascorsero più o meno bene,la sua famiglia in blocco mi adorava, non pareva loro vero che lei avessetrovato una persona così assolutamente confacente ai loro standard come me.Purtroppo però gli standard erano i loro, e non quelli di lei.Siamo stati insieme parecchio, forse troppo durante questi giorni divacanza....e al rientro al lavoro lei cominciò a non considerarmi più e sicapisce che prende delle scuse per non vedermi. Io chiesi conto di questo(subito pensando che c'entrasse la famosa 'persona giusta') e lei mi diceche ha bisogno dei suoi spazi, che ci siamo visti troppo ed è meglio se civediamo soltanto nei week end. Non siamo fidanzati e non vuole che cicomportiamo come tali. Di dormire insieme non se ne parla più e di sessonemmeno. Io precipito in un'angoscia senza fine, mi sembra di vivere in unincubo, la mia vita sembra distrutta, tutte le mie certezze sono sparite eassisto impotente alla trasformazione della persona che amo in una normaleamica da bacini sulla guancia. La motivazione è cambiata: \"io non provo piùdesiderio per te, tu non mi piaci fisicamente\", il che è decisamente umiliantee frustrante. Nonostante questo, anche stasera ero da lei, seduti sul divano aguardare la tv, ben distanti uno dall'altra.....non ce la faccio più, più diuna volta ho provato ad accennare il discorso e dirle che io non sono un suoamico, sono innamorato di lei e se le cose stanno così preferisco sparire etroncare tutto, Lei ha detto che non può e non vuole perdermi, sono parte dellasua vita e se io me ne andassi starebbe male in un modoindescrivibile.....mentre lo diceva le lacrime le riempivano gli occhi.Una volta di più vigliaccamente, ho deciso di restare. Ma restare DOVE? PERCHI? Sono perfettamente cosciente che anche quel poco che c'era dev'essersi deteriorato in qualche modo, ma io sono disperatamente attaccato a questa donnacome un ammalato di polmoni alla bombola dell'ossigeno. E nonostante tutto vivo i miei giorni con il chiodo fisso di lei sempre in testa, è il primo pensiero quando mi sveglio (ammesso che si riesca a dormire) e l'ultimo prima di addormentarmi. Voglio uscirne, ma la paura di perdere lei e tutto quello che ha significato in questi mesi è talmente forte da non poter troncare questa maledetta catena. Sono disperato.

2 commenti:

Fabrizio Termini ha detto...

Hai perso tutto te stesso, dentro sei vuoto, ti sei svuotato senza rendertene conto, hai pensieri di suicidio, ma hai la consapevolezza, data dalla tua maturità di vita, e sai che è meglio chiudere questa "storia"
Non c'è soluzione caro amico, riprenditi immediatamente te stesso, pensa a te, cosa che non fai da tempo. Inutile dirti che bisogna essere in due a voler stare assieme, non ti vuole? pazienza! Non hai altra via d'uscita, devi troncare, questa donna ti ha prosciugato e ancora ti dice che non ti vuole perdere! coraggio cerca sin da ora di adoperare pensieri su di te, su quello che hai perso, e non hai perso lei ma te stesso. Fammi sapere
Fabrizio Termini
Genova

martinella ha detto...

ho letto il tuo intervento...mi dispiace tantissimo di tutto quello che hai dovuto superare, credo che è stato difficile....se ti scrivo questo e commento e per dirti che sei stato davvero forte hai avuto una forza enorme che ti portava ad andare avanti... complimenti!!