martedì, aprile 13, 2010

LA RELAZIONE E' PIENA DI TRAPPOLE

luanova Età: 58
É la prima volta che ne parlo, cosi , senza nascondere nessun particolare perché, é vero, la mia storia é strana e difficile da raccontare. Fino al momento in cui comincia lo scorcio della mia vita che per me é piú doloroso, ero una donna normalissima, coinvolta in rapporti sentimentali appassionati, ma anche divertenti e niente noiosi.
Ho avuto due relazioni importanti: una con un compagno universitario con cui mi sono poi sposata e da cui ho avuto due figlie e con il quale sono andata a vivere in un altro paese. Il nostro rapporto si é logorato piú o meno dopo dieci, dodici anni e in questa fase mi sono innamorata di un uomo piú vecchio e con cui ho mantenuto una relazione di quasi dodici, straordinari anni. Avrei voluto divorziarmi, ma ho finito per mantenere una vita doppia perché mio marito mi minacciava che mi toglierebbe le bambine. Cosi, per paura, ho mantenuto un matrimonio formale durante vari anni, aspettando che le bambine crescessero per poi decidere sul da farsi. Ma qui la vita mi fa uno scherzo stranissimo e mette sul mio cammino Maria, un'insegnante di letteratura della mia scuola. Lei era bellissima, seducente, colta e spiritosa e il suo interesse per me mi lusinga.Cominciamo a uscire insieme e tutto passa in secondo piano: la mia doppia vita sentimentale, la mia professione, le bambine (che nel frattempo giá erano piú o meno adolescenti) ed io vivo un'avventura pazzesca e assurda che mi travolge completamente. La situazione diventa talmente difficile in tutti i sensi ed imiei sentimenti di colpa cosi acuti che mi ammalo gravemente con un vero,fortissimo esaurimento nervoso che spaventa tutti moltissimo. Solo Maria sembra non capire i miei conflitti sulla mia identitá sessuale e la dilacerazione intima in cui comincio a vivere, dopo averla conosciuto.
Ad un certo punto, lei affitta una casa vicino alla mia, viene a trovarmi tutti i giorni, in un certo senso tenta sedurre anche mio marito e le bambine solo per starmi vicino e poter fare parte della mia vita. Finisce per ricattarmi emotivamente perché ungiorno mi minaccia di andarsene se non mi divorziasse per vivere con lei.L'idea di perderla mi toglieva la terra sotto i piedi e comincio a cercareappartamento, a planeggiare praticamente la mia uscita di casa. Faccio notareche il mio livello di vita all'epoca era molto superiore alla media, avevamoquasi una fattoria con piscina e cavalli, vicino al mare, in un postosplendido. Amavo lo spazio, la vista sul mare, i profumi delle notti di estate,gli alberi ed i fiori, l'odore dei cavalli, svegliarmi all'alba e sentire ilcanto delle allodole. Nonostante la consapevolezza dolorissima di lasciaremolte e molte cose distrutte dietro di me, feci poche valigie con vestiti,libri e pochi oggetti personali e me ne andai, in un giorno di febbraio percominciare a viver in un appartamento, senza vista, senza canto degli uccelli,senza profumi, in un caseggiato anonimo e triste in cittá. Tutto perché nonpotevo perdere la Maria che nel frattempo aveva cominciato a farmi scene moltocattive e crudeli, di cui non capivo il motivo. Venne a vivere durante qualchesettimana con me, ma trovava tutti i giorni un motivo per litigare e pertornarsene a casa sua, nella cittá vicina. Io morivo quando questo succedeva,piangevo ore e ore, sdraiata in una casa vuota e mi sentivo completamenteabbandonata e inutile, senza le mie cose, senza le mie bambine e adesso anchesenza Maria. Le discussioni erano cosi violente e incomprensibili per me chepiú di una volta pensei al suicidio. La senzazione di perdita di tutto era cosigrande e insopportabile che mi pareva impossibile potere di nuovo riaquistareil senso della realtá. Nel frattempo i problemi normali di un divorzio milogoravano, i problemi economici di ricominciare una vita da sola e dallo zero,la custodia delle bambine, mantenere il mio lavoro di insegnante nellecondizioni di pressione psichica in cui vivevo....le infinite discussioni, legelosie assurde, i ricatti morali, le minacce continue di lasciarmi dellaMaria. Oggi non so come non sono morta in quei momenti, con un collasso,un\'infarto, un cancro fulminante o semplicemente in un incidente stradale...Nel frattempo, Maria comincia a dire che mi vuole piú vicino e che sisentirebbe piú tranquilla se abitassi in un appartamento vicino al suo perchéla vicinanza del mio ex-marito la lascia nervosa e che le bambine dovrebberoimparare a vivere un po\' meno dipendenti dalla mamma, ecc. ecc. Gli argomentisono tanti che io cedo di nuovo e affitto un\'appartamento piú caro nellastessa cittá di Maria. Lei dice che mi aiuta a pagarlo per potere stare con mee mette perfino una poltroncina in una delle stanze, ma quando la mia bambinapiú giovane decide vivere con me, Maria fa una nuova grande scenata, ritira lepoche cose e naturalmente mi lascia pagare l\'affitto da sola. Poi comincial\'esodo tra la mia casa e la sua. Durante due anni, aspettavo che mia figliasi addormentasse e uscivo di casa come una ladra, andavo mezz\'ora a piedi instrade buie e vuote, e mi infilavo nel letto della Maria. Di mattina,prestissimo, facevo lo stesso percorso al contrario. Non dormivo mai piú diquattro o cinque ore e sempre piena di rimorsi, dilacerata tra la pazzia con laMaria ed una conscienza materna che la Maria ancora criticava. Insomma, idettagli sarebbero infiniti tanti quante tutte le umiliazioni che ho sofferto,durante molto tempo. Le bambine e le sue necessitá la scocciavano, le mie(poche) necessitá soprattutto affettive la annoiavano, e qualsiasi fosse la miaposizione, se non avesse l'ultima parola mi lasciava, durante ore, giorni, avolte settimane. Soffrivo e peggio, mi abituavo a soffrire e a pensare che eranormale cosi. Sono arrivata a pensare che questi atteggiamenti forse sarebberouna caratteristica strutturale dei rapporti omosessuali. Siamo andate avanticosi ancora vari anni, con me a cambiare di casa, con Maria a decidere sullestrategie del mio divorzio, sulle mie scelte economiche e pratiche, sullequestioni educative delle mie figlie ( la mia piú giovane ancora oggi la odia enon le rivolge la parola)ecc.ecc. Poi ho cominciato a stufarmi, primatimidamente, poi con piú energia, anche perché nel frattempo avevo rifatto lamia vita su una base piú spirituale, il che mi aveva portato nuove amicizie,nuovi punti di vista. Ho impiegato vari anni a ricostruirmi, ma anche asentirmi sempre piú sola. Maria veniva poco a trovarmi, sempre con scuse di nonavere tempo, ma non aveva pudore di chiamarmi quando aveva bisogno di me. Un'altra questione che mi umiliava molto era che lei faceva questione perpassara i Natali, i suoi compleanni con una ex che diceva che per lei eradiventata come una sorella. Ho dovuto convivere molte volte con questa signora,la cui presenza mi scocciava, chiaro, ma poi capivo che Maria voleva proprioirritarmi e cosi, ad un certo punto, ho cominciato ad accettare l'altra comese non mi importasse proprio niente. Poi un giorno, dopo una discussione qualsiasi, Maria spari per un periodo di tempo piú lungo ed io questa voltadecido che sarebbe venuto il tempo per riconsiderare la possibilitá diricominciare la mia vita in un altro modo. Incontrai Nella, una ragazza moltopiú giovane e ingenua con cui tento ricominciare, in una tentativa un po'disperata, un rapporto piú sereno e ´meno turbolento. La relazione non dura tremesi, Maria se ne accorge e comincia abilmente a circondarmi di attenzioni,come all'inizio. Mi dice perfino che io, nonostante tutto, sono la "donna della sua vita" e chiaro, finisco per ritornare sui miei passi, perché édifficile buttare fuori tanti anni di complicitá ed esperienze al limite. Larelazione dura, senza grandi scosse, quasi come un matrimonio, altri tre anni.Si noti che Maria ed io non abbiamo mai diviso la stessa casa, appena durante iviaggi stavamo veramente insieme, ma anche per me questa situazione cominciavaad avere alcuni vantaggi. Era come se avessi cominciato a sentirmi bene dasola, a vivere nel mio spazio senza le continue prepotenze del passato. Lafiglia piú piccola vive con me ancora oggi, sta finendo il corso di gioielleriaed é una ragazza equilibrata e serena, nonostante tutte queste vicissitudini.
Dopo l'ultimo Natale, Maria mi comunica che adesso vuole essere solo mia amica perché sta scrivendo una nuova tesi in letteratura e che perció non ha tempo per me. Cosa ho sentito? Stranamente poco..é chiaro che con l'etá che ho adesso il rifiuto mi pesa dopo quasi dodici anni di tremende esperienzeemozionali, perché avevamo trovato, cosi mi pareva, un relativo equilibrio eforse una certa serenitá. É l'ultima delusione...di nuovo Maria la pensadiversamente e riesce a confondermi le carte in tavola per l'ultima volta...Mitelefona molto piú spesso, mi porta a vedere il mare come se fossi unamoribonda, ancora mi parla di viaggi..ma tutto come "amica"... Dopo l'abituale tristezza, ho deciso di ricostruirmi per l'ennessima volta,pazientemente, e con affetto per me propria..giá non protesto, soffro ma condignitá e una forza che mi viene dalla sopravvivenza. La mia domanda é: lepersone come Maria non si rendono conto , in nessun momento, della sofferenzain cui trascinano, non appena la persona interessata ma anche tutte le altrelegate a questa? E che non si provoca tanto dolore, se non é per un rapportoche dovrebbe essere, se non eterno, almeno per il resto della vita.. ammetto che forse non si possa pensare cosi...
Personalmente non escludo la possibilitá di potere ritornare ad essere felice un giorno, anche se adesso mi sembrapiuttosto remoto...
la relazione a due é piena di trappole, giochi di potere e di pericoli e mi sembra che preferirei una bella amicizia, almeno nei prossimi tempi...grazie per la pazienza di leggermi..bia

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma come fa un'insegnante a scrivere così?