martedì, dicembre 15, 2009

PERCHE' NON VADO VIA ?

Ho letto alcune testimonianze dal libro ' Le Voci del Mal d'Amore' che lei, dott. Cavaliere, ha raccolto e pubblicato.
Non ho trovato molte similitudini con le storie raccontate. Sembrano tutte più drammatiche e dolorose delle mia. A confronto sembra che mi lamenti senza motivo.
Trovo invece punti di contatto con le parole che vengono utilizzate per esternare il "dolore", per dare forma al senso di vuoto nel quale anch'io mi perdo.
Quelle parole evocano in me sensazioni spiacevoli; è un dolore che nasce dalla comprensione empatica di quelle storie. Quelle testimonianze mettono in subbuglio sensazioni che nel tempo si sono stratificate. Evocano sensazioni spiacevoli non risolte, che fanno parte della impalcatura che mi ha tenuto piedi fino ad oggi. Un' impalcatura che sento però spesso vacillare e mi spaventa.
Mentre leggevo sentivo la sofferenza aumentare anche se la ragione mi dice che non c'è motivo veramente oggettivo.
In quelle storie c'è l' abbandono...io non sono stata abbandonata...anzi!
Mio marito in diverse occasioni, quando ero decisa e convinta ad andar via ha fatto in modo che io desistessi. Io però non so se il suo "cambiare " repentino, in quei frangenti, è stato dettato dal fatto che il suo bisogno di trattenermi ha messo in moto i suoi sentimenti e le azioni erano consequenziali, oppure è stata solo una "strategia". Questo non potrò mai saperlo! So solo che i cambiamenti sono stati repentini ma reversibili.
So solo che non sono andata via...e non so neppure per quale motivo.
Lui non mi abbandona e non mi lascia andar via! Da qui la sensazione ricorrente di sentirmi in trappola. Non mi sostiene e non mi consegna a me stessa. Resto in stand by. Sempre più consapevole ma sempre più immobile.
Ma perché non vado via:
per paura della solitudine, per amore verso i figli, per convenzione sociale,per amor suo?
Qual'è la scala dei miei valori?
Qual 'è il motore delle mie decisioni:
la dedizione o la vigliaccheria?
Per il passato ho quasi sperato che lui commettesse qualcosa di grave per recidere questa sorta di cordone ombelicale che mi lega a lui.
E così a furia di pensare a tutto ed a tutti gli aspetti ed elementi,nulla è sufficiente a spingermi a recidere quel cordone che mi da vita e mi nega libertà.
Libertà di ascoltare me stessa...i miei bisogni, le mie aspirazioni, la mia voglia di gioire ancora, di emozionarmi ancora. Libertà di osare, rischiare, misurare me stessa.
Io non penso mai a me stessa; i bisogni e le aspettative del mondo che mi circonda sono sempre prioritari. Non resta tempo per ascoltarmi, c'è sempre qualcosa di cui occuparmi.
Quando mi abbandono ai miei pensieri, al mio naufragare senza meta nell'universo senza limiti di ciò che penso....mi sento al contempo in colpa. Avrei dovuto rassettare la casa, andare da mia madre che è sola e con tanti problemi, andare a far la spesa o preparare un pranzo meno frettoloso.
Il tempo che ho dedicato ai miei pensieri diventa una colpa; vado dal parrucchiere o a comprare un vestito solo quando è indispensabile. E' cosi facile rinunciare. C'è chi dice che sono pigra!
Ma cosa pensano di me, quando non assolvo ai miei doveri(quello che penso si aspettino da me)? che sono una figlia ingrata (dopo tutto quello che mia madre ha fatto per me e da sola), una madre egoista( i miei figli sono incontentabili ), una moglie inadeguata? Se mio marito cerca oltre me vuol dire che non basto? Se non si apre a me pensa che non passa comprendere o possa approfittare delle sue debolezze per renderlo subalterno a me?
Il risultato di questi i pensieri azzera anche il piacere che avevo avuto nel mettermi in contatto con me stessa...e produce come effetto l' ansia. Cosa devo fare...cosa fare prima, che priorità dare.
Chi sono e chi dovrei essere?
Per uscire da questo vortice mi viene un unico desiderio. vorrei essere di nuovo una bambina e perdermi in un caldo abbraccio consolatorio...anche se sinceramente, non ricordo di averne ricevuti di abbracci consolatori. Da nessuno. Nessuno mi ha mai detto: non preoccuparti...ci sono io. Io sentivo e seto solo richiami alla " responsabilità".
Di quando ero bambina adesso mi viene in mente la tristezza che leggevo negli occhi di mia madre e il risentimento che provavo per mio padre che ritenevo responsabile. Lui era responsabile dalla tristezza di mia madre. Già allora non sentivo la mia tristezza, il mio disagio...sentivo quello di mia madre. Ero triste non perché non ero amata da mio padre, ma per non riuscire ad essere abbastanza per alleviare le sofferenze di mia madre.
Non ho rancore ne per mia madre ne per mio padre: loro hanno vissuto con diritto la loro vita, io giustifico la loro assenza e quindi non li ritengo colpevoli.
Tutti hanno giustificazioni che legittimano il loro agire, nulla mi era dovuto. Nessuno deve rinunciare alla propria individualità ed essere condannato per i propri limiti. I limiti non sono colpe.
Ma la mia individualità dov'è? Se riconosco a tutti il diritto sacrosanto a vivere...perché non vedo nel mio agire azioni funzionali a raggiungere la mia felicità? Perché non ho coltivato il mio sé e provato a realizzarlo? Perché ci ho sostanzialmente rinunciato?
Perché attendo passivamente che qualcuno mi veda e si accorga che anch'io esisto? se dovessi definirmi potrei dire che sono come una spugna...che assorbe tutto quello che incontra.
L' unica cosa di buono che vedo in me, è l' impegno. Riesco a non naufragare perché non mi sono ancora arresa...cerco ancora il bandolo di una matassa che è in me e non negli altri. ho ancora la forza di rialzarmi, ma con sempre meno forze ed entusiasmo.
Non passo desistere...devo trovare un equilibrio stabile...lo devo ai miei figli. Se resto irrisolta potrei non essere perdonata dai miei figli. Se la loro infanzia che io condiziono è un' ipoteca sul loro domani, devo essere in grado di fornire loro gli strumenti per pagare il debito. Devo dare loro nutrimento per sopravvivere ai danni che sicuramente procuro.
Le invio queste parole per fermare i miei pensieri ed impedirmi di distruggerli. Dopo il click dell'invio...non è possibile tornare indietro. Io trovo più semplice scrivere che parlare...parlo con la mente e scrivo con la pancia!
Cordiali saluti

domenica, dicembre 13, 2009

HA SCELTO ME COME VITTIMA

angela Età: 36 A marzo ho chiuso una relazione di sei anni, priva totalmente di passione fisica e quasi del tutto di rapporti sessuali sin dall'inizio, ma piena di affetto, ammirazione e rispetto per il mio uomo, con il quale continua un rapporto di amicizia cercato e voluto da entrambi, consci di volerci un gran bene ma di non amarci. Insomma, uno di quegli abbandoni senza drammi ma pieni di tristezza per quello che non è stato.
Un anno fa, conosco via mail un ragazzo di 33 anni, impegnato (ha una ragazzada 2/3 anni) come me a quel tempo. è della mia città e abbiamo degli amici incomune, quindi di vista ci conosciamo già, ma non avevamo mai parlato prima.Questo rapporto virtuale parte normalmente, qualche chat ogni tanto, qualchemail innocua, un paio d'incontri veloci per un aperitivo. Nessuno di noi dueparla mai del proprio compagno, io so della sua e sospetto lui sappia di me, mai discorsi che facciamo sono sempre "impersonali", a volta ci facciamoqualche confidenza intima, ma il distacco di base, anche per la nostracondizione "impegnata" c'è. Anche se i segnali che lui mi manda, e io mando a lui, sono particolari. Mi fa un paio di telefonate anonime, e mi manda unpaio di sms, tutto qs nel corso di mesi, io alla fine scopro che sono suoi,glielo dico e la butto sul ridere. Fisicamente mi è sempre piaciuto, lo vedo da anni e ce l'ho bene in mente, ma non ho mai fatto pensieri particolari su di lui. Credo sia lo stesso per lui, infatti l'ho notato perchè quando c'è stata l'occasione di vederci, pur non conoscendoci, gli occhi cadevano spesso. I miei sui suoi e viceversa. Da gennaio a marzo di qs anno, i nostri rapporti si sono un po' raffreddati,ma mai interrotti del tutto. Forse per il lavoro che impegna entrambi, per inostri compagni, insomma, siamo due brave persone e la mia scelta e forse anchela sua, è stata quella di non stuzzicarci.X un caso, un giorno incontro x strada il mio amico virtuale, e da lìcominciamo a sentirci ancora una volta assiduamente. Una sera, dopo esserciincontrati, ognuno nella propria casa abbiamo chattato e superato i confini delplatonico. Lui ha insistito per venire da me e io non l'ho voluto. Pensando ainostri compagni e rendendomi conto di avere davanti una persona speciale, conla quale sicuramente "una botta e via" avrebbe rovinato tutto. A marzo, dopo varie crisi, la mia relazione si è interrotta e finalmente hotrovato la forza per continuare il mio cammino da sola. Voglio un bene dell'anima al mio ex, ma ero terrorizzata dal continuare una vita con un uomoche fisicamente non ti desidera (le ho provate tutte) e con il quale leemozioni erano completamente sterilizzate. Quasi non dovessero esistere. Il mio rapporto virtuale continua ma io sento di non viverlo con speranza chesi trasformi in qualcos'altro, sono sempre abbastanza distaccata, poi illavoro mi sta dando delle soddisfazioni e una prospettiva rosea ed entusiasmante per il futuro, la mia vita sociale va bene, fisicamente mi sentoin forma, emotivamente ho un periodo di rinascita personale, agognato per annidopo mille difficoltà, sono corteggiata, amo i miei amici e quello che faccio,insomma, ho la testa piena di mille cose e lui continua a non parlare mai dellasua donna, quindi questo mi fa pensare che io sia un gioco, o una specie difuga da una realtà che sospetto somigli molto a quella "anaffettiva" da cuisono fuggita io. Ma lui inizia a mandarmi via mail spezzoni di film, canzoni d'amore, frasi bellissime. Cose romantiche, passionali, intelligenti che milasciano a bocca aperta. Insomma, si materializza quello che ho sempre sognato.Una persona con cui vado d'accordo, che ha i miei stessi interessi, la miastessa visione del mondo. Sento un'empatia con lui che non ho mai avuto connessuno. Sembrerà ridicolo, ma io sono convinta di "sentire" i suoi stati d'animo, così come sono convinta che lui percepisca i miei. Anche quando nonci sentiamo. Capitano fra noi coincidenze quasi paranormali che a me, parentestretta della fredda logica, quasi spaventano. Ho perfino avuto il sospetto chemi seguisse, perchè per un paio di settimane l'ho incontrato in continuazionein posti per me abituali ma dove lui non si è mai fatto vedere. Nonostantequesto, lui è scostante. A volte romantico e sentimentale da farmi girare la testa, a volte lontano. Come se tirasse il sasso e nascondesse la mano.Insomma, dopo mesi di un'attrazione fortissima, mentale, perchè ci vediamotalmente poco, ci siamo visti un paio di volte, l'ultima la scorsa settimana.La prima è stata di studio, insomma sembrava quasi lui mi stesse studiando, ma abbiamo passato una bella serata a parlare di mille cose e ci siamo salutatisenza nemmeno un bacio sulla guancia. Cioè diciamo che io lo aspettavo, ma mi è sembrato lui non volesse. Il giorno dopo è partita la solita tiritera dimessaggi infuocati, ma virtuali, e io ho iniziato a rispondergli meno, perchèsento che mi farebbe soffrire. Lui mi porta nel punto più alto della miafelicità, per poi mollarmi lì da sola e farmi cadere perchè se ne va. Con lesue mail, mi stimola risposte bellissime, quasi volesse vedere fino a che puntoarrivo, e io sono sicura che va pazzo per quello che gli scrivo, perchè me lodice e me lo fa capire. Ma poi mi fa aspettare giorni una risposta o magari mimanda un sms sciocco, tanto solo per farsi vivo e farmi sapere che c'è, per tenermi legata. Ogni volta che io accenno a non rispondergli, lui insiste e mistimola, anche mi chiede, di lasciarmi andare e non aver paura dei suoi giudiziquando gli mando qualcosa. Di non aver paura di esagerare mai. Che lui è lì,comunque siano le cose.Beh, la settimana scorsa si è fatto vivo una sera e mi ha chiesto di incontrarci, a mezzanotte come nelle favole. Siamo usciti, abbiamo camminato eparlato e riso, nessuno studiava nessuno e io ho avuto la bella sensazione diaver trovato qualcuno per me, c'era un'empatia fortissima, quasi ciconoscessimo da chissà quanto tempo. Arrivato il momento di salutarci, io gliho chiesto un bacio. Col senno di poi, penso di aver voluto chiarire le cose,perchè la sua ambiguità mi stava consumando e stava "rovinando" il mio personale periodo di rinascita. Dopo anni ho deciso di pensare a me, e lui mistava distogliendo dal mio obiettivo. Beh, mi ha rifiutata. Ha detto che non era il caso, ma che io gli piaccio. Che è confuso. Sotto mie pressioni hafinalmente detto di essere fidanzato. E quando io gli ho chiesto se fosseinnamorato, ha detto sì, che stava bene, che le cose andavano bene. Lasciatestare i miei occhi dell'amore che non lo hanno visto convinto, secondo mementiva, ma è ovvio io dica così, sono i miei desideri che parlano. Beh, io nonso come ci sia riuscita, ma gli ho detto, bene, non cercarmi mai più e me nesono andata. Poi gli ho mandato un sms chiarendo che se si ama, non si dannoappuntamenti notturni, che deve lasciarmi libera se non mi vuole e che comunquesiamo tutti e due due persone speciali e che io mi sarei innamorata di lui,continuando così, ma ne avrei sofferto e non intendo farlo per cui devedimenticarsi di me. Ora sono confusa. Sento di aver fatto la cosa giusta per me, ma sento anche chemagari se avessi avuto pazienza, forse le cose sarebbero andate bene - ma mi dico, un anno non basta? - Poi mi sento forte, perchè ce l'ho fatta, ma ho perduto la persona per me, quella che in 36 anni ho sempre cercato e maitrovato, e forse solo per orgoglio la lascio così. Poi penso anche alla suadonna e mi dico che sarei ingiusta e disonesta a insistere per rubarle un uomoche a me ha detto di stare bene con lei. Insomma, una volta avrei insistito,ingoiando il rifiuto e cercando comunque di mantenere un rapporto, ma ora nonce la faccio più. Io continuerei ad essere il suo sogno, il suo rifugio dallanoia e dalla routine, e lui continuerebbe a crearmi magie e miraggi ma a farmisoffrire aspettando qualcosa che non verrà. Insomma non mi capisco più. Sento che è l'uomo per me, ma sento anche che non lo voglio. Sono innamorata, ma miterrorizza, e mi terrorizza altrettanto che lui sparisca dalla mia vita e nonsi faccia realmente più vivo. La mia decisione di non contattarlo più èfermissima, ma vorrei riuscire a cedere e chiamarlo e dirgli, stupido, cosa fai?! E mi chiedo perchè lui abbia scelto proprio me come "vittima".
Insomma, non capisco più nulla

SOFFRO SEMPRE PER AMORE

mario Età: 40 Ho 40 anni, abito alla Spezia. Ho sempre sofferto nella vita sia per motivi di salute ( da piccolino non riuscivo a camminare, magrazie alle penniceline sono riuscito a salvarmi) sia per amore.Le persone che mi conoscono mi hanno sempre definito un carattere moltodisponibile, sensibile ed umile. La mia prima esperienza amorosa è stata a 20anni e dopo un'anno e mezzo ho deciso io di lasciarla perchè troppo gelosa sia di me sia di mia sorella. Passano alcuni anni, nel frattempo termino quasi l'università conosco una ragazza di nome Stefania la quale studiava all'università. A lei mancavano pochi esami per la laurea breve ininformatica, mentre a me un anno e mezzo. Lei diceva che dovevo abbandonare glistudi ed andare a lavorare su questo punto ero in disaccordo con lei allora hocercato un lavoro part-time come facevo prima. Quasi un anno mi lascia dopo chesi è laureata ed ha trovato un altro. Pianti su pianti. Non volevo uscire più,meno male che dove abitavo prima c'era una persona anziana la quale mi haaiutato a studiare francese. Passata anche questa. Passano anni, ho conosciuto Barbara. Storia di convivenza, amore, sembravamo la coppia "perfetta" però,accade l'improvviso una lettera dopo tanto tempo della mia ex l'ho strappata e lei si è arrabiata, però nel frattempo mi venivano fatte delle telefonate anonime dicendo che sono un fallito, i miei sono divorziati, ecc...ecc..sentendo questo, visto che mancava un esame e non sono riuscito a passarlo,decisi di suicidarmi con la macchina. Arrivato alla litoranea in curva vi eraun frate che pregava ho sterzato e frenato. Anche Lassù nessuno mi voleva. Dopodue anni mi sono laureato, ho conosciuto un'altra ragazza e dopo 6 mesi cisiamo lasciati. Qui non ho sofferto, poi ho conosciuto una donna più grande di me anche qui niente sofferenza. La sofferenza e la mazzata è arrivata ad agosto. Alla fine dell'anno precedente conosco tramite internet burraco una ragazza di nome Cristina. Per me era bellissima. E' laziale. Ci siamovisti il a gennaio e ci siamo piaciuti subito. Andavo da lei e lei da me.Passavano i mesi, i giorni sempre al telefono, ci si vedeva era come la primavolta. Le ho detto tutto di me, anche se ho nascosto dove lavoravo per nonperderla. Lei se ne èaccorta ed + rimasta alterata con me per diversi giorni.Poi ha conosciuto mia sorella Paola, non vanno tanto d'accordo. Ebbene latelefonata che ha ricevuto mia madre ad agosto da parte di mia sorella,Cristina voleva sapere cosa le ha detto, io le ho detto niente di particolare,lei si è alterata perchè non l'ho presa in considerazione e mo ha madato un msgcon scritto: "non voglio più sapere niente anche di te". Perchè devo sempre soffrire per amore? Possibile che non riesca ad avere lafelicità con la persona che amo? PEppure vedo delle persone che tradiscono ed hanno la fidanzata, io non ho mai tradito. E' giusto questo? Mario

SONO DIVENTATA CODIPENDENTE ?

Chi Età: 35 Sono assieme al mio ragazzo da 5 anni.
Non ho storie difamiglie disfunzionali o altro alle spalle, ma sono stata educata a seguire valori importanti, quali il rispetto degli altri e la generosita'.Ho avuto qualche storia importante prima del mio attuale ragazzo e guardandomi indietro, non credo che fossero storie di dipendenze (o codipendenze affettive).
Da due anni il mio ragazzo soffre di depressione, l'anno scorso ha iniziato a curarsi da uno psicoterapeuta e ad assumere antidepressivi. Le cose sono notevolmente migliorate, ma io in questo periodo mi sono lentamente annullata.Per stargli accanto ho trascurato famiglia e amici, facendo salti mortali sul lavoro (sono infatti spesso in viaggio). Ora il mio ragazzo ha quasi completato un master (deve solo fare la tesi) e gli hanno offerto un lavoro che, nel nostro campo, e' considerato l'apice della carriera...e lui cosa fa? Ha avuto una discussione con il prof della tesi e da quel momento ha deciso di non fare piu' la tesi e di rifiutare il lavoro (al momento lavora per una azienda, ma ha gia' dato le dimissioni, finira' di lavorare la' a fine settembre). Inutile dire che io mi sono sentita svuotata, il mio primo pensiero e' stato:io non ce la faccio, non ce la faccio piu', mi sono poi ritrovata a scrivere ad un'amica: "Il problema e' che un po' mi sento in colpa…..in teoria i momenti in cui si dovrebbe poter contare sulla persona che si ama sono proprio i momenti difficili….ma fino a che punto si puo' arrivare? E' (moralmente)giusto tutelare se stessi e la propria salute?"Ora sono via per lavoro e se non lo sento, mi viene l'angoscia, lo chiamo 10volte al giorno per tentare di capire se e' rinsavito, se non risponde mi viene il batticuore....la cosa mi ha spaventato e, dopo aver letto il suo articolo, ho deciso di ridurre le telefonate e tentare di "godermi la vita"anche se non so come sta lui.
Mi chiedo: sono diventata o sto diventando co-dipendente? E' moralmente giusto lasciare la persona che si ama in balia di se stessa o sono io che non riesco a fidarmi del fatto che lui sia in grado di rimettersi in piedi a modo suo e da solo?

SONO INCURABILE ?

angela Età: 49 Sono passati 29 anni da quando mi sono sposata e temo di aver donato questi anni alla persona sbagliata sono artefice del mio errore,sono molto arrabbiata con lui con me stessa per non aver dato fine prima a questo amore malato.
Io pensavo che mettere sempre a tacere il mio modo di pensare,di fare,di decidere,di ESSERE,per evitare qualsiasi discussione che puntualmente degenerava in sopraffazzione,offensiva verbalmente,aggressiva verbalmente solo,perchè è vero lui non mi ha mai alzato le mani,ma ho delle ferite nell'anima che non sono mai riuscita a cancellare.Nella mia vita ci tenevo moltissimo ad avere una famiglia serena per i miei due figli soprattutto,che non soffrissero come ho sofferto io nella mia.Invece ho fallito loro hanno sofferto lo stesso soprattutto mia figlia che ha avuto grossi problemi d'ansia attualmente riusciti a tenere a bada con la psicoterapia.La psicologia,cercare di capire perchè nella mente a volte succedono coseveramente meravigliose,e altre volte invece s'inceppa e disturba il tuo cammino naturale verso la vita.Sono sempre stata incuriosita da tutto ciò,perchè mio fratello,quando io avevo 5 anni e lui 16,dopo un incidente molto grave,con un coma di 3 settimane il suo corpo ha ripreso dopo 6 mesi difunzionare normalmente,ma la sua mente no,ogni tanto come dico io si inceppa infissazzioni su persone o cose che non gli permettono di vivere, finendo poi conuna diagnosi di psicosi,e una invalidità del 100%.
In tutto questo c'era poi mio padre che essendo incapace di accettare chiunque fosse diverso da lui e dal suo modo di vedere le cose,violento verbalmente e fisicamente,ha peggiorato il problema di mio fratello,creandone anche agli altri.Mia sorella in fase adolescenziale è stata affetta da anoressia mentale per 15 anni.Questa è stata la mia famiglia,io mi sono estraniata completamente da tutto cio mentalmente,fisicamente in casa c'ero,ma era come se non ci fossi,non mi difendevo dagli attacchi di mio padre oramai non lo sentivo più,e per lui andava bene perchè ascoltava solo se stesso.è incredibile quanto in questo assomigliasse a mio marito,alcuni psicologi dicono che alcune donne tendono a scegliere compagni con caratteristiche negative identiche ai loro padri,io prima di sposarmi ho conosciuto mio marito per 2 anni e posso assicurare a questi teorici che mio marito non mi ha mai trattato e maltrattato emotivamente come ha fatto praticamente subito dopo sposati,perchè non l'ho lasciato subito? Vorrei saperlo anch'io,a parte che per me il matrimonio è sempre stato sacro inviolabile a meno che non ci fosse violenza fisica,mi sono trovata in questa citta sconosciuta sola e non mi sono mai sentita e anche adesso abbastanza forte da affrontare tutto cio,finchè 4 anni fa sono caduta in depressione,confusa,tutta la mia situazione la trovavo confusa mi sentivo incolpa per tutto e di tutto,e col tempo ho capito che mio marito era riuscito afarmi sentire una nullità non ero piu io avevo cancellato me stessa,come avevo fatto con mio padre per non soffrire.Non perdevo pero mai la speranza di poter discutere in modo normale ascoltando e essendo ascoltati rispettando le opinioni diverse perchè noi siamo tutti diversi la normalità non è la norma ci vuole poco dopotutto solo il rispetto dell'altro e della diversità dell'altro che per noi può essere solo ricchezza dell'anima.Io non ho fatto psicoterapia anche a dir la verità per il costo che anche se minimo,incide troppo nella miaattuale situazione,ma sono stata dalla psichiatra che mi ha detto che sono distimica e con la cura che mi ha dato devo dire che riesco a vedere le cose con più chiarezza,in famiglia mi sono accorta finalmente che io ESISTO che il rispetto e la fiducia è la base necessaria per un matrimonio e se questo manca è giusto che il matrimonio cessi di esistere,i miei figli adesso sono grandi e io spero che loro abbiano capito e sia riuscita a trasmettere loroquanto sia importante discutere scambiarsi le proprie idee imparare dall'altro,e soprattutto scambiarsi le proprie emozioni.Io non ho idea di chisia mio marito emotivamente lui non esiste non piange non si emoziona mai,lui è quello che sa fare più di tutti è er meio di chiunque altro una cosa come la falui va bene fatt dagli altri è sbagliata,per lui il nostro problema è ilsesso,solo quello perchè è solo su quello che ha basato il matrimonio,sonoconvinta che il sesso è importante ma non essendo una persona masochista sevengo trattata male non ho nessun trasporto sessuale nei suoi confronti,luiinvece dice che la sua aggressività viene causata dal mio rifiuto,però non hocapito cosa c'entravano i nostri figli da trattare male anche loro.Lui sapevaquanto sono importanti per me loro,e per evitare qualsiasi ritorsione verso diloro i miei NO cercavo di diradarli il più possibile,col tempo questa miaforzatura diventava sempre più forzatura e sempre meno desiderio anche perchèil suo atteggiamento narcisistico rendeva sempre meno serena la nostravita,tutto ciò si è diradato sempre di più fino a non sopportare più neanche lasua vicinanza.è tutto finito ma abbiamo un mutuo da pagare se lo mando via dacasa non mi sembra giusto perchè questa casa l'abbiamo fatta con tanti sacrifici entrambi QUASI.
Io dormo in camera con mia figlia è l'unico posto dove mi sento libera,la nostra camera l'ho lasciata a lui perchè quando ci dormivo lui essendoci le sue cose si sentiva in diritto di entrare anche se rientrava alle 3 di mattino di mettere a posto le sue robe,alzare le tapparelle non tenendo conto che nella stessa camera c'era una povera crista,io,che dormiva.Io per lui esistevo solo sessualmente per il resto le decisioni che si prendono in famiglia che sono la conseguenza di una sana discussionefamiliare,lui metteva in cantiere la mia decisione non tenendone assolutamente conto,e andava avanti con la sua,si è sempre approfittato della mia stupida timidezza e mancanza di stima nelle mie decisioni,la confusione deriva dal fatto che di tutto cio che faccio non sono mai sicura,ho ancora addosso l'insicurezza del non fare la cosa giusta separandomi e che sia davvero colpa mia di tutto,sono incurabile?

venerdì, dicembre 04, 2009

GELOSIA DEL PASSATO

lu Età: 39 Per la prima volta mi trovo a combattere con una situazione di gelosia del passato.
Sto con un uomo della mia età da tre mesi.Gran rubacuori fredo e spietato con le donne, mai innamorato, con solo due otre storie serie e centinaia di storie di sesso. Il suo ideale di donna da sposare è come sua madre, seria, unico uomo nella vita, pudica. La libertà sessuale che le donne gli mostrano gliele fa catalogare come 'poco di buono'delle quali non si innamora. Poi arrivo io. Colpo di fumine. Brava ragazza,tutta lavoro e casa,non aggressiva. Iniziamo ad uscire, raccontiamo le nostre vite. Nella mia sono presenti tre storie di tre anni ognuna, una recente dipochi mesi,tutte con grande impegno da parte mia, ma dei fallimenti più o menno dolorosi. Ma tutte chiuse mentalmente prima di incontrare lui. Unico comune denominatore di tutte le mie storie è stata la mia supposta incapacità a gestire il versante sessuale. Inibita, pudica, inesperta, sono state continue accuse e continue crisi personali di colpevolezza e di identità sessuale che sono durate per circa 15 anni.
Circa 10 anni orsono, nel pieno di queste crisi ho avuto due avventure occasionali presso villaggi turistici, con animatori.Con uno dei due si è poi stabilito un rapporto umano che fino ad oggi continua con reciproche notizie occasionali su lavoro, matrimanio, figli,ecc...Nell'altro caso l'evento si è concluso nella stessa settimana. Io ho sentito la necessità di raccontare tutta me stessa a lui, cosa mai fatta prima,e verosimilmente l'ho fatto in modo troppo superficiale. Il risultato è che da una iniziale gelosia per le storie più lunghe, superata dal ragionamento che ho avuto quei rapporti perchè ero alla ricerca di amore e dolcezza, motivazioni nobili, la gelosia si è spostata su quel rapporto occasionale che non riesce a superare. Inutili le mie affermazioni che è stata una storia senza importanza,che mi ci sono buttata per la ricerca di conferme sulla mia sessualità,che non ho trovato,che è un comportamento anomalo per la mia vità che è stato dettato da influenze psicologiche chiare, che il mio inconscio aveva creato un romantico film adolescenziale per poter autorizzare lo svolgersi ditale evento. Mi vede vivere, è ormai certo che non sono come le altre donne che ha frequentato, dice che è certo che con me non subirà mai tradimenti, che è certo che sono la brava ragazza che voleva, che sa che sono mentalmente pulita,ma non riesce ad accettare questo mio errore, lontano dal suo modo di vedere una donna. Poi ha anche paura che io possa fare paragoni con quel tizio atletico e che lui possa perderci,mentre io gli dico sempre che lui è per me il più bell'uomo che si sia avvicinato a me e che lo considero troppo per me che invece mi sento bruttina. Non so come fare perche la sua sta diventando una ossessione e non vale a niente il mio stargli vicino, ascoltarlo, non sminuire il problema, rassicurarlo sul mio sentimento unico nei suoi confronti, mai provato prima. Me lo sposerei subito, gli darei subito un figlio, ed io sono una che parte da molto lontano in quest'ambito.
In lui ho trovato tutto ciò che cercavo da sempre e lui lo sa. Lui sta andando quasi da subito da uno psicologo che altre volte lo ha aiutato. Devo precisare che dall'età di 18anni ha dovuto affrontare in prima persona un fallimento economico di proporzioni gigantesche e tutto ciò ha creato in lui delle ossessioni(scontrini, film, nomi)che lo aiutavano a spostare i pensieri. Si è fatto aiutare da questo psicologo dal quale è tornato in questo periodo. Io però penso di avere una parte importante nel suo processo di guarigione, ma non so come aiutarlo. Come devo comportarmi? Vi prego aiutatemi. Grazie.

SIAMO OSSESSIONATI L'UNO DALL'ALTRO

giulia Età: 37 Ho conosciuto un uomo in chat. ci siamo innamorati ma lui e' sposato con figli. ci siamo incontrati 5 volte in 5 mesi ogni volta con molta fatica perche' lui e' preda di terribili sensi di colpa. c'e stato molto poco fisicamente in quanto lui teme i sensi di colpa. cio' nonostante nnse ne va...ha provato diverse volte ma torna sempre. il ns restare in contatto e' fatto da circa un centinaio di sms al gg e diverse ore di chat e telefono. e' molto geloso del mio passato e nn si fida quando esco. sostiene che sono molto bella (e' vero sono una bella donna) per nn avere delle tentazioni. io anche sono sposata e lui odia il mio compagno anche se nn lo ammette.
ad oggi nn vuole piu' chiamare amore cio' che c'e' tra noi....dice che per sopportarlo mi deve chiamare troia. mi chiede in continuazione di fare cose molto spinte....vorrebbe vedermi scopata da piu' persone, vorrebbe che mangiassi la sua merda...io dal canto mio sono ossessionata da lui e lo assecondo (solo a parole chiaramente). sono molto stanca della situazione evorrei trovare il modo giusto per uscirne. amo molto quest' uomo e sono certa(magari errando) che in un altro momento saremmo potuti essere felici. lui e'una persona molto colta ed intelligente ed io vorrei sapere se servirebbe a qualcosa dirgli che probabilmente siamo ossessionati l'uno dall'altra e che dovremmo chiedere aiuto....ognuno per conto proprio. io nn vorrei che il ricordo di questa cosa si riducesse ad odio...io cosi' tanto amore nn sapevo nemmeno potesse esistere...aiutatemi per favore ne ho davvero bisogno