venerdì, luglio 25, 2008

HO SEMPRE CERCATO L'AFFETTO DI MIA MADRE

Salve mi chiamo Sabrina ed ho 29 anni. Per la prima volta oggi ho letto alcune storie in questo sito e mi è venuto da piangere perché mi ritrovo un pò in ognuna di esse. Cioè per capire meglio bisogna partire da mia nonna... La mia è una famiglia unita per certi versi io voglio bene a loro ma allo stesso tempo provo una rabbia infinita. Tutto inizia da mia nonna o almeno così è per i miei ricordi. Mia nonna è una despota, lei non da affetto o almeno lo da a modo suo cioè tramite i beni materiali, pensa che cucinare, lavare o stirare sia segno di affetto.. Non che dispiaccia ma non è sicuramente affetto.Sta di fatto che questo modo di fare si è trasferito su mia madre e mia madre lo ha fatto a me. Ho una sorella più grande di 3 anni ma lei non è trattata allo stesso modo ed è lo stesso tipo di relazione che vedo tra mia madre, mia nonna e mia zia. Non che mia nonna sia molto affettuosa con mia zia ma sicuramente lo è di più che con mia madre e la stessa cosa accade tra mia madre, mia sorella e me. Oggi ripensavo al perché mi sento rifiutata e sono risalita ad una cosa che mi disse mia madre quando ero piccola, io sono nata 29 anni e 2 giorni dopo il suo compleanno. Il giorno del suo compleanno lei doveva andare a cena fuori con papà ma il dottore la ricoverò perché dovevo nascere a breve e mia madre mi raccontò che pianse perché non voleva andare in clinica il giorno del suo compleanno. Io mi ricordo che le chiesi "mamma ma non eri felice che stavo per nascere io?" lei mi rispose "sì sì" ma non lo disse conconvinzione. Sono cresciuta con la convinzione di essere sbagliata io, di aver fatto qualcosa di male. Tra l'altro mia nonna ha sviluppato un metodo perverso di far sentire in colpa le persone esempio se uno va fuori a cena per lei è una cosa abominevole, perché lei cucina per tutti (mia nonnna abita al piano di sotto), è stata e sarà sempre invadente nella nostra vita, non ha rispetto della privacy della nostra famiglia e questo tipo di metodo perverso l'ho visto anche fare a mia madre proprio su di me...io ero e sono la pecora nera. Mi sarebbe piaciuto andare all'estero a studiare l'inglese ma mia madre mi ha fatto sentire in colpa. Diceva che il la facevo sentire una cattiva madre perché volevo imparare a gestirmi da sola. Con l'andare del tempo il nostro rapporto è peggiorato.. io mi sento sempre sotto accusa da parte sua, mi sento sempre mortificata. Mi rendo conto che anche io ho fatto degli errori, ma chi non li fa? Mi rendo conto che quando si è più piccoli non si pensa al futuro alle cose; in passato ho fatto l'errore di non mettermi nulla da parte però piano piano son riuscita a capire che era ora di fare qualcosa per me, mi sono messa da parte dei soldini ed ho dato l'anticipo per la mia macchina nuova. La cosa che mi dispiace é che lei non mi ha incoraggiato dicendomi "ok hai capito il nostro insegnamento per il futuro" ha puntato il dito urlandomi contro "no non hai capito un tubo se avessi inziato anni fa a quest'ora potevi comprartene 3 di macchine". Sicuramente ha ragione sul fatto che io ho sbagliato ma mi sembra di aver fatto un miglioramento...ma a lei non basta mai.. Io per lei non sono abbastanza brava, non sono abbastanza intelligente, non sono abbastanza carina, sono una fallita perché ha 29 anni non sono sposata mentre lei alla mia età aveva già due figlie ed inoltre il fatto di avere un lavoro a tempo determinato per lei è un conferma di ulteriore fallimento, io sono una perdigiorno, una cattiva ragazza perché mi piace uscire la sera mentre le brave ragazze escono solo il sabato e con i propri fidanzati.Ho fatto due anni di psicoterapia dopo un periodo di forte depressione, un periodo in cui avevo tentato il suicidio, ed un pò della mia autostima è migliorata, il mio distacco da lei è parzialmente avvenuto anche se quando litighiamo riaffiora tutta la rabbia che ho. So di valere, non è vero che sono una pecora nera, solo perché mi piacciono delle cose diverse dalle sue non significa che siano sbagliate ma mi rendo conto che non sono riuscita a staccarmi completamente. Il mio corpo è spaccato a metà. Ho problemi con l'alimentazione e non solo, mangio soprattutto quando sono nervosa, mangio per sopperire a quella mancanza di cui soffro, quelle rare volte che stiamo in pace lei mi compra le cose ed io dentro di me penso che invece vorrei un semplice abbraccio.Mangio per spegnere quell'ansia che mi avvolge perennemente, mi sveglio la mattina col cuore a 3000, faccio fatica a respirare, mi sento spesso stanca ed ho delle vampate di calore improvvise. Nel giro di un anno ho messo su 20 kg e mi sono rinchiusa in me.Da un mese a questa parte ho deciso di rimettermi a dieta sono andata da un dottore che mi sta seguendo anche se penso che per guarire il fisico prima bisogna guarire l'anima. Cioé in parte mi rendo conto di aver fatto dei progressi, che so di valere, che so di non essere come mi dipinge lei, so di meritare, so che ho dei difetti e che si possono migliorare ed in fondo penso dio disse "chi è senza peccato scagli la prima pietra", ma non penso di essere un mostro allora perché ogni volta che litighiamo si attiva quel meccanisco perverso capace di annullare le mie difese e di farmi sentire una nullità? Solo dopo che sfogo la mia rabbia riesco a vedere le cose con lucidità e a dire a me stessa no non è così oppure ok ho sbagliato ma posso rimediare... perché lei punta sempre e solo il dito senza vedere un minimo di buono di bello? In vita mia mi sono sempre sentita inferiore, mia sorella era più brava, era più bella, più intelligente, lei frequentava il liceo mentre io solo un istituto tecnico. Ed ora? Ora lei è sposata da 10 anni, hanno adottato un bambino che adoro ma di cui allo stesso tempo sono gelosa perché lei da a lui tutte le attenzioni e tutte le gratificazioni di questo mondo. Si sono gelosa di mio nipote. Io non mi reputo una fallita perché non ho un figlio, sinceramente non mi sento pronta ad avere una famiglia o forse ho semplicemente paura che il rapporto perverso si possa ripetere, sta di fatto che sono incappata come tutti in storie amorose in cui io davo pur di essere accettata perché dentro di me pensavo dare = ricevere, invece non è così. Ho sempre cercato l'affetto di mia madre in altre persone e quindi i rapporti con l'altro sesso erano un disperato bisogno di affetto, da quando sono andata in psicoterapia sono riuscita ad amarmi un pò di più e a non traslare sui rapporti amorosi la mancanza di affetto di mia madre, ma ancora oggi ho difficoltà col cibo, sto seguendo la dieta ma a volte ho dei raptus di fame notturna ed inoltre quest'ansia terribile che non mi lascia mai. Insomma come posso fare ad avere un rapporto più sereno con me stessa? Come faccio a tagliare definitivamente questo cordone ombelicale? Grazie mille e scusate per le troppe parole

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mia madre mi ha distrutto la vita. Ho 40 anni, due bambini, un matrimonio dove ho spostato la sua copia (uno che mi diceva che ero brutta, come lei fà continuamente) e ora che dopo dpressioni, terapie, venti kili su e poi giù, ho un amore tutto mio e sano è è andata fuori di testa. E mi manda la polizia a casa mia. Leggi Donna contro donna, e appena puoi vattene. inizierai a dimagrire appena la depressione và via. aiutati con il Prozac, anche. PErchè gli psicoterapeuti una risposta non la sanno trovare. Metodo anti stronzi, è una altro libro interessante

Anonimo ha detto...

grazie mille per il consiglio io non penso mia madre voglia rovinarmi la vita ma cerchi per certi versi il mio bene solo che non si rende conto che lo fa in modo errato sempre e solo giudicando negativamente senza mai vedere le cose positive o i piccoli miglioramenti e questo mi fa male.

Nicoletta AnzianaSaggia ha detto...

Ti sento... quando riuscirai a mettere te stessa al primo posto, amarti e darti ciò di cui hai bisogno, sarà più facile anche vedere la bambina interiore delle altre persone. Ventinove anni sono una età importante... il ritorno di Saturno. Tua mamma, come tutte le altre persone te compresa, ha dato tutto ciò che aveva da dare, fosse anche il nulla, era lo stesso nulla che lei aveva ricevuto. Non possiamo dare più di quanto abbiamo ricevuto, se non siamo capaci di darlo a noi stesse in primis.