martedì, febbraio 16, 2010

INNAMORARSI DI SE' STESSI

Ho letto con attenzione e con piacere la testimonianza:"ORIGINI DI UNA DIPENDENZAAMOROSA" (http://www.maldamore.it/origini_di_una_dipendenza_amorosa.htm) perchè non mi ha fatto sentire solo. Io ho 39 anni come la protagonista della testimonianza, ma a differenza sua sono un uomo e sono gay. In generale il cuore degli esseri umani funziona nello stesso modo indipendentemente dalle inclinazioni sessuali. Tutti abbiamo bisogno di quella forza che è l'amore. La maggior parte delle persone che sono vittime della dipendenza affettiva sono donne, e una minoranza, molto piccola invece è fatta di uomini; io sono uno di questi. Nella mia vita ho avuto forti problemi nelle mie relazioni affettive e amorose, e per molto tempo sono stato convinto che il problema era un karma negativo che mi portava ad incontrare sempre persone sbagliate, poi con il tempo ho capito che non era possibile che fossi sempre e solo io ad imbattermi in relazioni sbagliate che mi lasciavano a pezzi ogni volta che finivano. Mi sono convinto che il karma non c'entrava nulla, ma che il problema era altrove, seppure non capivo ancora dove mai poteva essere. L'unica cosa di cui ero certo, era la consapevolezza di aver sofferto troppo durante le relazioni avute. Le relazioni le hanno tutti e durano quello che devono durare. Le mie relazioni invece mi sono sempre sembrate diverse perchè mi hanno sempre distrutto alla fine, lasciandomi un senso di vuoto che mi ha portato a "farmi del male" da solo molte volte per colmare i vuoti assurdi che sentivo dentro me. Non sono uno che si innamora subito quando conosco qualcuno, ma ci metto diverso tempo, perchè devo abituarmi alla persona e alla sua mentalità, devo conoscerla per imparare ad apprezzarla e poi infine amarla con tutto me stesso. All'inizio sembro diffidente, ma non lo sono, sono solo cauto, tanto da far pensare di non essere sufficientemente interessato, poi piano piano mi apro e con il tempo divento affettuoso e attaccato come un San Bernardo, e qui cominciano i problemi. Premesso che probabilmente riesco ad individuare, forse (e dico forse perchè non ho ancora ben capito se è così oppure no) inconsciamente, persone che hanno problemi relazionali come i miei, all'inizio tutti si comportano in maniera mesta e sommessa per essere accettati da me, quando poi comprendono che arrivo ad aprirmi completamente, fino al punto di delegare loro il "dovere di salvare" la mia vita, cosa che oggi ho capito che è sbagliatissima, vedo che iniziano a sfuggirmi e a scappare. All'inizio pensavo dipendesse dall'inclinazione umana di tenere in pugno il prossimo, e che se qualcuno capiva il mio terrore dell'abbandono alla fine se ne approfittava, oggi invece credo che forse il peso che affido al partner è talmente insostenibile e ingiusto che finisce per danneggiare il rapporto. La responsabilità della mia vita, come quella di salvare me stesso e come anche il peso dei miei dolori spetta a me, sempre a me e solo a me. Come la protagonista della storia raccontata, ho capito che ora tocca a me farmi forte e affrontare la mia vita. Il lavoro che sto cercando di attuare, seppure brancolo nel buio per il momento perchè ne so pochissimo, riguarda quello da fare sulla mia autostima, considerato che ne ho pochissima, visto che non ho creduto fino ad oggi di potermi occupare di me stesso, sotto tutti i punti di vista. Io spero moltissimo di potermi innamorare di me stesso in modo sano, per diventare una persona integra e per poter un giorno trovare una persona con la quale dividere la mia esistenza, o se non arriva, poter pensare di poter stare da solo senza il bisogno di nessuno al mio fianco.

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